KAZAN - UNA TAPPA FONDAMENTALE NEL CAMMINO VERSO I GIOCHI OLIMPICI

 
Repubblica del tatarstan

La Repubblica del Tartastan, Repubblica autonoma della Federazione Russa, si trova nel distretto federale del Volga alla confluenza fra i due grandi fiumi del Volga e del Kama, a circa ottocento chilometri da Mosca.

Un intervento capillare, dall'aeroporto al cuore della città


Dagli inizi degli anni 2000 la città ha subito una profonda trasformazione, il centro storico e il Cremlino sono stati recuperati e rinnovati. In occasione delle Universiadi, ospitate nella capitale dal 6 al 17 luglio del 2013, la città ha proseguito nella sua profonda ristrutturazione affidando la sistemazione del verde cittadino a Paghera: un intervento di riqualificazione e valorizzazione ambientale su una vasta porzione di città, dall’aeroporto al centro e alla zona intorno allo stadio. Un’operazione complessa, capillare, su grande e piccola scala che comprende la sistemazione di parchi, giardini, grandi arterie alberate, vie, sino alla sistemazione delle rotonde e delle singole aiuole.
Una prima, attenta analisi dello stato di fatto e delle caratteristiche ambientali del luogo, ha permesso di studiare quali specie di piante potessero meglio sopportare e adattarsi al clima del paese che oscilla tra i - 40 °C in inverno e i + 30 °C d’estate. La scelta delle piante, degli arbusti e dei fiori si è rivelata inoltre determinante per la creazione di vere e proprie quinte arboree che, adeguatamente giustapposte potessero celare, ammorbidire e vivificare le forme severe e compatte dei blocchi edilizi residenziali dell’ex regime sovietico.

Intervento capillare dell'area urbana

All’analisi dello stato di fatto è seguita la realizzazione di più soluzioni e la relativa scelta da parte dell’amministrazione cittadina di quella che più si confaceva alle proprie esigenze.

Il sistema governativo locale, tramite i propri uffici di urbanistica e di pianificazione del verde si è inoltre dimostrato estremamente disponibile offrendo a Paghera la manodopera necessaria alla realizzazione del progetto.Circa mille uomini che hanno lavorato sotto l’attenta supervisione dei tecnici italiani.

Unico problema la lingua, il cirillico, che viene utilizzato, cosa insolita, anche per la denominazione delle piante. Il cosiddetto latino botanico è, o dovrebbe essere, il linguaggio dei fiori universalmente riconosciuto in tutto il mondo. Chiunque lavori nel settore, ovunque si trovi, a New York, come a Roma o Pechino, è in grado di definire senza errori di sorta la specie botanica in oggetto proprio grazie a questo codice identificativo internazionale.

Problema risolto

Il problema della lingua è stato comunque risolto grazie all’impiego di quelle che si potrebbero definire “fonti iconografiche”, le immagini, che si sono rivelate piuttosto efficaci anche in corso di esecuzione del progetto. Le tavole dei disegni esecutivi infatti descrivono le fasi di realizzazione nei minimi dettagli, in modo che là dove non arriva la parola possa arrivare la vista, come nel caso della messa a dimora degli alberi.
Per avere un giardino fiorito e rigoglioso nel giro di pochi mesi, com’è effettivamente accaduto, sono state trasportate direttamente dai vivai e messe a dimora circa un milione di piante alte fino a undici metri di altezza.
Il comitato organizzativo pensava non fosse necessario fare arrivare le piante direttamente dall’Italia. Il territorio del Tatarstan del resto è coperto per il 17% da foreste, quindi le piante si sarebbero potute prelevare in loco e ripiantare. Così si è stabilito di procedere. Le piante, però, dopo qualche tempo sono morte. Per tre volte vengono rimesse a dimora e per tre volte si ottiene il medesimo risultato: l’inesorabile deperimento degli sfortunati vegetali. L’evidenza dei fatti alla fine convince che prima della messa a dimora le piante debbano essere preparate, in vivaio. Per ottenere esemplari di grandi dimensioni e accrescimenti annui più consistenti devono essere coltivate in pieno campo e ogni uno o due anni, sottoposte a rizollatura - ovvero estratte dal terreno mantenendo una zolla di varie misure che protegga le radici- e spostate di due o tre metri. In tal modo le radici non riescono penetrare nel terreno in profondità e così contenute e protette possono essere agevolmente trasportate e messe a dimora ottenendo risultati più efficaci rispetto al prelievo diretto in natura. Le piante, come i fiori, provengono anche dai vivai che l’azienda ha impiantato nelle varie zone dell’Europa orientale, tra cui uno splendido vivaio di rose e peonie, molto attivo.
Per nulla scoraggiata dall’episodio delle piante, la città ha partecipato con entusiasmo alla piantumazione degli arbusti, sindaco in testa, studenti, bambini, esercito compreso, quasi fosse una festa nazionale.

6 Luglio 2013

Dopo aver lavorato a ritmi sostenuti per sei mesi, in condizioni climatiche talora disagevoli, dopo aver piantato milioni di piante e fiori come peonie, rose, lillà, steso diecimila metri quadrati di prato perfettamente rasato, (precedentemente preparato in campo) la città è giunta all’appuntamento dell’inaugurazione del 6 luglio pronta  e preparata ad accogliere danze, sfilate e incredibili effetti pirotecnici. Le universiadi si sono chiuse undici giorni dopo, ma i nuovi giardini, i viali fioriti, i parchi, sistemati per l’occasione sono rimasti, contribuendo in modo determinante a cambiare il volto della città.

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