Capolavoro di André Le Nôtre, Versailles è il giardino simbolo di Luigi XIV e della Francia del Grand Siécle.
Il complesso più ammirato, invidiato e preso a modello nell’Europa del XVII secolo viene realizzato nelle sue parti fondamentali tra il 1662 e il 1668.
Le Nôtre organizza i giardini su due assi principali orientati secondo i quattro punti cardinali.
L’asse centrale, portante e generatore dell’intero complesso, ha origine dalla reggia e dopo aver attraversato una sequenza ininterrotta di fontane, canali, viali, boschetti e parterres, si perde all’orizzonte. Luigi XIV del resto voleva giardini così estesi da non poterne percepire i confini. L’uso sapiente delle prospettive, delle visuali a campo lungo, le illusioni ottiche, gli ampi specchi d’acqua che dilatano la percezione dello spazio. Ogni elemento viene utilizzato per esprimere e rappresentare i principi dell’assolutismo, la magnificenza e lo splendore del sovrano.
Il complesso programma iconografico di Versailles è impostato sulla simbologia del sole, emblema del re, che si riflette in particolare nella figura del dio Apollo. L’immagine del dio del sole e dei miti che lo vedono protagonista si riflettono nei complessi scultorei, architettonici e urbanistici.. Le statue che animano il giardino di fiori sul lato sud raffigurano Flora e Zefiro, suo amante, nonché Giacinto e Clizia, trasformati in fiori da Apollo. La sua leggenda di re del sole e dell’universo rivive nelle sculture dei mesi, delle stagioni, del giorno e della notte, dei quattro elementi e dei quattro continenti. La fontana di Apollo alla base del Grand Canal, cuore della prospettiva centrale, ritrae il dio che sorge dal mare con il suo cocchio, così come il sole sorgendo, segue l’asse del Grand Canal proprio in direzione del bacino di Apollo, per poi tramontare all’orizzonte perdendosi nel paesaggio.
La simbologia solare emerge ancora nel disegno dei viali a raggiera, che hanno origine da un unico centro.
Dal Palazzo Reale i raggi del sole radiante, si diramano lungo i viali, sul territorio, verso la città e nei giardini: la planimetria sembra riflettere la brama espansionistica di Luigi XIV che “tiranneggiava” la natura con il chiaro intento di ritrarre l’immagine del proprio dominio, sui territori conquistati e sulla sua corte.
L’intento del sovrano era creare un complesso magnifico e imponente, come non ne esistevano in Europa, degno del prestigio di un monarca assoluto, espressione della gloria della Francia.
Tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, l’eco di Versailles si diffonde in tutto il mondo.
I principi europei, in una sorta di gara di emulazione, fanno erigere palazzi e giardini che, pur con nuove soluzioni formali, guardano a Versailles. Leopoldo I di Asburgo, affida all’architetto Fischer von Erlach il progetto dei palazzi e dei giardini di Schönbrunn. In Spagna sorgono i giardini della Granja voluti da Filippo V, padre di Carlo III di Borbone che a sua volta aveva voluto il complesso della reggia e dei giardini di Caserta. Grande ammiratore della cultura francese, Pietro il Grande, dopo aver soggiornato al Trianon di Versailles, affida a Jean Baptiste Le Blond il progetto dello splendido complesso di Peterhof.