Un vuoto infinito arso dal sole, montagne di sabbia mutevoli modellate nelle forme dal vento, il deserto talvolta nasconde sorprese inaspettate: acque sotterranee che scorrono invisibili e profonde, rettili, insetti e farfalle che in compagnia di arbusti e piccoli alberi si ostinano a sopravvivere in condizioni proibitive. Le piante hanno nella maggior parte foglie piccole e cerose, con fiori minuti per ridurre al minimo gli effetti disseccanti dei raggi del sole, mentre alcuni alberi e arbusti sono dotati di difese naturali, per scoraggiare gli animali dal cibarsi delle loro fronde. Difese fisiche come le spine acuminate degli alberi della famiglia delle acacie, o chimiche, vere e proprie sostanze tossiche per gli animali, come le foglie della Calotropis procera che tagliate rilasciano una linfa lattiginosa nociva.
Erbacea perenne, spinosa, appartenente al genere delle Acanthaceae, può raggiungere fino a trenta centimetri di altezza. Le radici, in polvere, vengono utilizzata per curare infiammazioni oculari, mentre foglie e semi hanno proprietà antinfiammatorie e antitossiche.
Arbusto sempreverde, svolge un ruolo importante nel miglioramento della fertilità del suolo. Sebbene la pianta, una volta spezzata, produca una linfa lattiginosa nociva per gli animali, essa è conosciuta e utilizzata da secoli per curare numerosi disturbi come febbri, ferite infette e morsi di serpente.
Chiamata comunemente Giacinto del deserto, produce splendidi fiori giallo brillante disposti a piramide e può raggiungere il metro d’altezza. Non avendo foglie, il giacinto del deserto non può produrre clorofilla, nutrimento indispensabile proveniente dal sole. Per questo motivo conduce una vita da parassita aggrappandosi a una pianta ospite da cui può ricevere le sostanze nutritive necessarie alla sua sopravvivenza.
Arbusto perenne, densamente ramificato, fiorisce da febbraio a maggio.
Il suo nome - dal greco hélios, sole e trépo, girare - deriva dalla naturale predisposizione della pianta di rivolgere le foglie verso il sole. Una caratteristica che viene sottolineata anche nell’antica denominazione inglese, Turnsole.
Il Paracaryum, appartenente alla famiglia delle Borraginaceae, è molto variabile nella forma delle foglie da cui spuntano piccoli fiori di un azzurro intenso. Il suo habitat ideale sono rocce, colline calcaree e il fondo sassoso dei wadi.
Erbacea perenne, non aromatica, può raggiungere un’altezza di trenta centimetri. Il portamento è eretto e ramificato, i suoi fiori, singoli e dalla caratteristica forma labiata, sbocciano tra aprile e maggio.
Lucia Impelluso