“Nel giardino c’era ogni genere di frutti, arbusti profumati ver dure e piante aromatiche come gelsomino, fior di ligustro, pepe, lavanda, rose d’ogni specie, piantaggine, mirto e tutte le qualità di arbusti aromatici. era un giardino senza uguali, con l’aspetto di un pezzo di paradiso, e se qualcuno vi entrava indebolito ne usciva forte c ome un leone. La lingua è incapace di descrivere le sue meraviglie e cose singolari che si possono trovare solo nel paradiso.” (Storia di Nur al Din e Maryam, tratto da: Le Mille e una notte)L’area destinata all’intervento misura ottanta ettari: ottanta ettari di terra arida e inospitale che Paghera ha trasformato in quello che si potrebbe definire un Paradiso, reinterpretando in modo originale, ma sempre elegante, i canoni del giardino islamico, tra cultura, tradizione e innovazione tecnologica.Oltre il giardino di rappresentanza, su cui si affaccia il palazzo principale, si susseguono una serie di giardini destinati alla famiglia e a ospiti selezionati: il giardino d’acqua, dei profumi, degli agrumi, di fuoco, e il giardino segreto.
Solo dopo aver superato tre barriere di sicurezza, e altrettanti controlli, che proteggono l’ingresso principale si giunge al giardino di rappresentanza, dominato da un esteso parterre a cerchi concentrici al centro del quale si innalza una fontana. Tra le siepi ordinate e composte vengono coltivati fiori, ogni volta di genere e colore diverso, a seconda delle inclinazioni e dei gusti dell’ospite atteso. Le piante sono appositamente acquistate per l’occasione nei luoghi di origine e trasportate a destinazione da boeing di proprietà del principe.
Completano la preziosa scenografia due parterre all’inglese disegnati ai lati dell’ingresso.
Il tappeto d’erba rasa che li compone è rifilato in sinuosi arabeschi di marmo e inquadrato da bordure di fiori colorati. Minuscole striature di vetro fluorescente catturano i raggi solare del giorno restituendo di notte una suggestiva illuminazione.
IL GIARDINO D'ACQUAPasseggiando lungo i suoi sentieri, dell’acqua si avverte anche il profumo, lo stesso che accompagna i temporali o le giornate di pioggia.
Poco oltre il giardino d’acqua si mostra in tutto il suo incanto di sorgenti, ruscelli e cascate, quieti bacini e fontane danzanti, che come giochi d’acqua nascosti tra miriadi di fiori, si mostrano all’improvviso muovendo gli zampilli a tempo di musica, diffusa nell’intero giardino.
Passeggiando lungo i suoi sentieri, dell’acqua si avverte anche il profumo, lo stesso che accompagna i temporali o le giornate di pioggia, dono prezioso e molto apprezzato in un clima desertico come quello degli Emirati. La presenza dell’acqua simbolo di vita è da sempre considerata componente essenziale del giardino islamico, più di qualsiasi forma di architettura o di vegetazione. E’ la sua “anima”, la forza che lo rende possibile, lo rinvigorisce fino a farne un’evocazione del Paradiso. E in questo giardino è possibile percepirla, con tutti e cinque i sensi.
IL GIRDINO DEI PROFUMIIl giardino dei profumi è un trionfo di fiori, arbusti profumati ed erbe aromatiche, una collezione di piante studiata ad hoc, che immerge chi lo attraversa in inebrianti fragranze ed emozioni. Il momento migliore che godere appieno degli effluvi di questo giardino, è la sera, quando i bouquet di essenze, appositamente programmati per meglio diffondere più profumi, sprigionano i loro aromi nell’intorno.
IL GIARDINO DEGLI AGRUMIUn profumo di vaniglia si sprigiona durante la raccolta delle Muse paradisiache, antico nome scientifico con cui si identificavano le piante di banana, che circondano il terzo giardino, quello degli agrumi dove ne vengono coltivati più di cinquecento varietà, piantati rigorosamente divisi per specie. Nei pressi del giardino degli agrumi sorgono le serre, magnifici complessi in ferro e vetro che garantiscono un microclima costante, dove la vegetazione sboccia e cresce come fosse nel suo ambiente naturale. Divise per coltivazione, custodiscono collezioni rare di piante, fiori e ogni genere di primizia.
IL GIARDINO DI FUOCOIl giardino di fuoco ricrea l’ambiente desertico tipico del paese con dune di sabbia e palme, in particolare la Phoenix dattilifera, la palma da datteri, originaria di questi luoghi, immagine di vita, da sempre cibo indispensabile per chi vive nelle zone desertiche. Ornano il giardino numerosi fuochi sempre accesi a ricordare l’origine della ricchezza del principe e del paese tutto: l’oro nero, il petrolio con i fuochi dei giacimenti e delle raffinerie che brillano senza sosta, giorno e notte. Questa è la zona delle feste, dove si balla a piedi nudi sulla sabbia sino a notte fonda. Nei pressi una serie infinita di tende per gli ospiti, quelle che nei giardini europei erano chiamate tende turche, per lo più utilizzate come ornamento, fabriques, e che qui invece sono dotate di ogni tipo di comfort e innovazione tecnologica, con un occhio attento anche alla tradizione e alla raffinatezza, per accogliere l’ospite.
IL GIARDINO SEGRETOE infine il giardino segreto: un percorso tagliato in mezzo alla fitta e lussureggiante vegetazione che conduce una serie di luoghi appartati, lontano da occhi importuni. E’ un giardino fatto per smarrirsi e ritrovarsi, dove ci si possa dedicare ai propri svaghi come l’allevamento dei falchi, o a convegni amorosi, in discrete stanze verdi, sontuosamente arredate con divani cuscini e tappeti e ogni genere di suppellettile, come in una favola.
Vi è poi l’angolo dell’orto, immenso, coltivato secondo i dettami dell’agricoltura biologica, dove cresce ogni tipo di verdura, giunta qui da ogni angolo del pianeta. L’irrigazione avviene attraverso la creazione di piogge occulte, microscopiche goccioline di acqua atomizzata che irrorano gli ortaggi permettendogli di sopravvivere nel torrido clima tropicale. Viene ricreata artificialmente persino la rugiada, nada in arabo antico, parola che nel tempo ha finto per esprimere una sorta di metafora linguistica che rimanda al concetto di generosità: generose sono le piogge e le loro custodi, le nuvole. E ancora tutto rimanda all’acqua vivificatrice e ai suoi numerosi significati.