Brasile, un paese sconfinato, coperto per più della metà della sua estensione dalla foresta pluviale. Un ecosistema vasto, complesso e variegato, caratterizzato da un’altissima biodiversità di specie animali e vegetali. Il suo nome questa foresta lo deve alle Amazzoni della tradizione greca, le mitiche donne guerriere discendenti del dio della guerra, Ares. Fu qui che Francisco de Orellana (1511-1546), esploratore e conquistador spagnolo, incontrò – secondo altri ne ebbe solo notizia - una tribù di donne guerriere. Ricordando le mitiche guerriere asiatiche, chiamò il grande fiume che si trovava ad attraversare Rio delle Amazzoni e di conseguenza la foresta Amazzonica.
Il Brasile è depositario e custode di questo enorme patrimonio verde, indispensabile alla sopravvivenza dell’intero pianeta. Il cuore della regione è attraversato dal Rio delle Amazzoni, il fiume più lungo del mondo che con i suoi affluenti costituisce anche il più grande sistema idrografico del pianeta per ampiezza di bacino e per portata.
Un territorio sempre in pericolo, minacciato dalla deforestazione selvaggia, provocata non solo dalla trasformazione agricola e a pascolo del suolo, ma anche dalle esplorazioni e dalle ricerche di giacimenti petroliferi e miniere metallifere da parte delle società di estrazione.
Queste hanno l’obbligo di provvedere al ripristino del territorio disboscato.